Ci ho messo un po’, a ritornare, dall’ultima volta.
Sono successe tante cose nel mezzo, la definirei un’estate impegnativa :)
Ma questo progetto rimane, sempre forte, per raccontare di voi e delle vostre storie più intime.
Non servono tante parole di contorno perché fate tutto voi, e vi sono grata per esserci state ed esserci ancora. Con tutte le vostre mail, ogni giorno.
Grazie, siete davvero emozione. E a piccoli passi arriverò da ognuna.
Oggi ho raccolto le parole di Veronica, Francesca e Federica.
Eccole.
VERONICA
“12 ore dopo essere entrata in sala parto, si vede la testa.
Il battito che d'un tratto si dimezza...
2 occhi blu nella fessura di pelle che avanza fra una cuffia e una mascherina...le ultime parole che sento sono "respira qui" e in quegli ultimi secondi di lucidità ricordo gli occhi che si colmano ma non si svuotano: preoccupazione, paura, incredulità, lacrime...tutto rimane in bilico sull'orlo del precipizio. La preghiera all'Universo di salvare questo bambino, questo cuore che sta rallentando.
Il mio -in un tentativo di compensazione- lo sento andare al doppio. Ricordo di aver urlato disperata dentro di me "Massimo resisti, stiamo venendo a prenderti”.
Silenzio.
Buio.
Nero.
Un tempo senza ore, minuti o secondi; un tempo senza forma e senza spazio. Una scossa, gli stessi occhi blu davanti ai miei. Provo a parlare ma non esce suono dalla mia bocca, dopo 12 ore di contrazioni e urla non esce che un soffio, ma, con tutta la forza che ho in corpo riesco a dire: "il bambino?"
Gli occhi mi sorridono e la stessa voce che mi ha addormentata mi rimette al mondo dicendomi: "sta bene, è col papà".
E finalmente respiro e una lacrima -un oceano intero- lava via tutto.
Abbiamo superato il mare in tempesta e siamo a riva. Tutti salvi.
Delle ore successive ho i ricordi annebbiati dall'anestesia totale e dalla morfina, ma indelebile nelle ossa ho la sensazione del momento in cui Stefano entra nella stanza con Massimo. Questo bambino mi guarda con l'espressione arrabbiata di chi non ha trovato la mamma all'uscita ed è dovuto rimanere ad aspettarla. Io che nel mio animo avevo scelto un parto dolce, in acqua, col taglio ritardato del cordone per fare tutto con calma e con la richiesta del pelle a pelle, mi sono ritrovata -al mio primo appuntamento con lui- in ritardo. In ritardo nonostante 3 corsi pre-parto, esercizi del perineo, visualizzazioni, respirazione circolare, vocalizzazioni, esercizi yoga e acquaticità, granuli omeopatici, bioenergetica ecc.
In ritardo. Respiro. Stiamo bene. Guardo Stefano e penso che forse lui ha fatto la parte più difficile: è rimasto.
Fermo. Impassibile. Stabile. Forte. Un faro che indica la direzione fra le onde che minacciano l'apocalisse. Non ci ha persi di vista un secondo.
Di nuovo -e per la prima volta- siamo tutti insieme.
Amo immensamente questa cicatrice sulla pancia che ha salvato tutti e tre e che, come noi, sorride al futuro.”
FRANCESCA
“Chi mi conosce sa che non avrei mai permesso a nessuno di farmi fotografare così, ma diventare mamma mi ha cambiata. Ho imparato ad essere più coraggiosa ed a non ascoltare più i giudizi degli altri.
Eccomi qui, sono Francesca: 34 anni col mio fisico imperfetto, i kg rimasti dalla prima gravidanza e ora di nuovo in dolce attesa all’8°mese.
Matteo, mio marito, avrebbe voluto subito un figlio, ma a me è servito un pò più di tempo e non mi sono sentita pronta nemmeno dopo la nascita.
Alla 42° settimana hanno iniziato ad indurmi il parto con tutti i metodi possibili e sono entrata in sala travaglio con solo 1 cm di dilatazione. Dopo qualche ora la situazione non era cambiata, era notte e l’ostetrica dormiva su una sedia mentre io sopportavo in silenzio le contrazioni che erano ancora irregolari. Il mattino seguente è bastato sentire le parole “tra poco procediamo con il cesareo” che il mio corpo fu subito pronto, finalmente dopo 46 ore ero dilatata e ho potuto iniziare a spingere. Poco dopo un’emozione fortissima e la sorpresa che era nata una bimba, la nostra Greta.
Me l’hanno appoggiata subito sul petto, la sensazione del pelle a pelle è qualcosa che ti fa scoppiare il cuore.
Tornata a casa ero quasi sempre da sola, non riuscivo a muovermi per i troppi punti, il dolore per l'allattamento era fortissimo perché Greta era sempre attaccata al seno e sentivo come degli aghi. Ma non volevo mollare, mi chiudevo in bagno a piangere e sì, avevo paura di non farcela. Mi sentivo una mamma inadeguata.
Ma è passato.
Ora se penso a questi momenti mi viene da sorridere, i bambini ti insegnano ad essere felici giorno dopo giorno.
Io e Matteo abbiamo sentito il desiderio di averne subito un altro e ora stiamo aspettando di stringere il nostro secondo bimbo..”
FEDERICA
“Ciao...mi chiamo Federica. 41 primavere, sposata e mamma di 3 cuccioli...Giulia 9 anni, Pietro 4 e Carlettino 18 mesi. Direi che faccio fatica a voltarmi indietro e vedere il cammino che ho percorso...anzi sono talmente presa dal presente, sempre effervescente con 3 cuccioli pieni di vitalità.
Rivivo però con piacere i momenti della mia prima gravidanza...spensierata ed unica, un'incognita pensata in positivo fino alla fine e cioè fino all'inizio di una nuova vita…(e che vita!) della mia piccola Giulia. Le istruzioni d’uso, all’inizio, furono un po' complicate ma sempre dettate dal cuore. Come poi il desiderio di avere un secondo figlio.
Ma, ahimè, qualcosa non stava andando nel verso giusto, e, dopo ben tre fratellini e sorelline volate in cielo la mia idea di avere più di un figlio stava vacillando; ormai la paura che andasse ancora male avanzava sempre più...ma non sono un tipo che molla. Infatti, è arrivato Pietro...di nome e di fatto. Appena dato alla luce (in 14 minuti è nato) mi ha inondato di una forza incredibile, e sono rinata. Sul serio.
Ero e mi sento tutt'ora Wonder Woman.
Purtroppo la spensieratezza della gravidanza, com'era stata la prima, ha lasciato il posto all’incertezza, alla paura che qualcosa potesse andare storto. Fu così anche la gravidanza di Carlettino. Lui è stato l'incoronazione di un sogno perché mai avrei pensato potesse arrivare un altro cucciolo "senza pagare dazio”. Gravidanza anche questa un po' in sordina e fortunatamente tutto è andato bene. Direi che il casino è stato dopo: l’organizzazione iniziale è stata mooolto dura...dico sempre che per due bimbi hai due mani...dal terzo in poi devi chiedere aiuto…ahimè!
Ho perso tanta terra sotto i piedi, durante la ricerca del secondo figlio. La mia invincibilità che aveva caratterizzato la prima volta dell'essere mamma, di provare il tutto e per tutto e di superare tante paure che avevo. La prima perdita mi ha totalmente tolto l'aria che respiravo, la seconda mi ha tramortito; la terza...sono rimasta sconvolta e proiettata in un'altra orbita...sul serio, ero veramente su di un altro pianeta, buio e pervaso da fiumi di lacrime che non smettevano di scendere. Le persone intorno a me sono arrivate perfino a dirmi che forse stavo provando ad avere altri figli con l'uomo sbagliato...chi invece mi diceva..."sei fortunata perché ne hai già una di creatura, pensa a chi non può averne” e mi fermo qui.
Mi spiace un sacco non aver potuto vivere queste emozioni appieno ma sempre con "freno a mano tirato” per paura di soffrire (ancora più di quanto ho realmente sofferto).
Adesso però guardò orgogliosa i miei cuccioli..che si azzuffano appena volto lo sguardo; un po' meno orgogliosa della pancia rimasta come regalo indissolubile di queste gravidanze, ma ai miei figli piace un sacco giocarci e fare le "bolle o pernacchie" con essa.
Ti voglio dire che mai nulla, come questo mio percorso, mi ha insegnato che dopo ogni caduta profonda e dolorosa che sia c'è sempre qualcosa che ti gratifica e ti rafforza...facendoti rialzare e guardare il tuo mondo sotto un altro punto di vista, più dolce e tenero. L'amaro in bocca ci sarà sempre e pronto a riaffiorare ogni volta che lo racconti o che accade qualcosa di simile a chi ti sta vicino.
Guardo i miei figli e ringrazio mio marito che mi sopporta ma soprattutto mi ha supportato lungo tutto questo viaggio…anzi, lui è il mio porto sicuro. Io sono solo una barca a vela che ama avventurarsi in mari aperti. Potessi farei anche un quarto figlio...perché fare figli a me fa venir voglia di averne altri. Ma sto diventando un po' debole di cuore, non credo sopravviverei!
Adesso sto cercando di ritagliarmi anche del tempo per me, perché sento di averne bisogno, ma non è facile con tre bimbi piccoli...ma, come avrai capito...io non demordo.”